Il fascioleghista Salvini sarà a Livorno venerdì 23 febbraio per il proprio tour elettorale, egli stesso l’aveva provocatoriamente annunciato dopo la contestazione popolare alla fascista Meloni in Piazza Garibaldi con una dichiarazione che suonava come una minaccia per la città. Domenica 18 febbraio sulle pagine del quotidiano locale “Il Tirreno” si dava notizia che il 23 alle 14:30 è previsto un intervento del leader della Lega presso il centro culturale diocesano di Via delle Galere 35. Il giornale locale riporta anche che secondo i leghisti sarebbe stato difficile trovare uno spazio per far intervenire Salvini, “tra spazi pubblici già prenotati, spazi privati che hanno detto no a iniziative elettorali e spazi privati che hanno preferito evitare”. Di questa chiusura antidemocratica si lamenta su “Il Tirreno” un candidato leghista cecinese già noto alle cronache per i suoi post sui social network inneggianti all’uso delle armi sia contro gli “extracomunitari” sia a difesa del gruppo fascista CasaPound, oltre che per la proposta di completare il mausoleo dedicato a Costanzo Ciano con la statua del gerarca fascista. Ma la sua apparizione più celebre è nel recente video in cui, dopo la contestazione alla Meloni, mostra “l’ultimo sputo” in cui promette democraticamente che dopo la sua vittoria elettorale i contestatori “non esisteranno più”. Un personaggio incommentabile che però ben rappresenta la composizione livornese del partito leghista, ricca di vecchi esponenti del MSI e di AN, fascisti mal riciclati in cerca di voti facili.
Tornando alla visita di Salvini a Livorno, sul quotidiano locale si informa che “il bonifico è stato fatto alla parrocchia della Madonna per il noleggio del centro culturale diocesano”. Non pochi hanno già commentato la notizia della concessione della sala di Via delle Galere criticando il Vescovo di Livorno Simone Giusti per l’apertura a questi personaggi intolleranti e razzisti, una scelta che contrasta con l’immagine di una Chiesa Cattolica impegnata nell’accoglienza, attaccata talvolta anche direttamente dalle formazioni fasciste e razziste, come è accaduto a Pistoia quando Forza Nuova si presentò di fronte alla parrocchia di Vicofaro per contestare un parroco a loro giudizio troppo accogliente nei confronti dei profughi che era finito anche nel mirino del leader leghista Salvini.
Ma che il Vescovo di Livorno dia spazio a questi soggetti deve stupire? Nella Chiesa livornese razzisti, intolleranti, nostalgici, reazionari e pure fascisti trovano ormai da anni agibilità. Certo, qualcuno potrà dire, la Chiesa deve curare la propria unità e deve rappresentare tutti i fedeli, ma siamo sicuri che sia solo questo?
Il 13 giugno del 2009 si tenne a Livorno una processione al Santuario della Madonna di Montenero organizzata dal Coordinamento Toscano Benedetto XVI, un’organizzazione che riunisce a livello regionale associazioni di vario tipo che promuovono l’applicazione del Motu Proprio “Summorum Pontificum”, ossia della lettera apostolica con cui il papa Benedetto XVI nel 2007 fornì un nuovo regolamento giuridico per promuovere, come rito straordinario, la liturgia tridentina, la messa in latino preconciliare in cui si prega anche “pro perfidis judaeis”. Questa processione, promossa a Livorno dall’Associazione “Cristo Re”, venne pubblicizzata sul forum nazionale del gruppo fascista Forza Nuova, con un pubblico invito ai “camerati” a partecipare all’appuntamento. Una ventina di giovani antifascisti contestarono allora verbalmente l’inaccettabile manifestazione fascista e reazionaria. Intervennero polizia e carabinieri, i giornali provarono a criminalizzare i contestatori, ma la contestazione aveva ormai fatto emergere come un rito straordinario su cui il Vescovo ha il compito di vigilare, avesse dato opportunità ad un gruppetto di fascisti di trovare agibilità in una città dove altrimenti non avrebbero potuto in altro modo presentarsi pubblicamente. Molti cattolici tra l’altro protestarono indignati dal carattere assunto dalla processione di Montenero e la stessa Associazione “Cristo Re” prese in tale occasione le distanze dalle strumentalizzazioni politiche. La presenza di Forza Nuova e di Alleanza Cattolica (questa con proprie bandiere), un’organizzazione cattolica “estremista”, come da molti viene definita, aveva trasformato la processione in una manifestazione politica e dunque la contestazione era legittima: in questo modo le autorità inquirenti riconoscevano il carattere “fascista” di quella manifestazione e al contempo archiviavano il caso, non andando a scavare in vicende che avrebbero quantomeno messo in discussione l’attenzione posta dal Vescovo di Livorno nei propri compiti. Dopo questi fatti, nel 2010 il Coordinamento Benedetto XVI non organizzò una processione ma solo una messa in rito tridentino presso il Santuario di Montenero, e nel novembre dello stesso anno l’Associazione “Cristo Re” venne riconosciuta dal Vescovo di Livorno come Associazione privata di fedeli. Nello stesso anno su invito del Vescovo iniziò a Livorno l’apostolato dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote “una Società di Vita Apostolica di Diritto Pontificio il cui fine è la santificazione dei sacerdoti” che si contraddistingue per l’uso della liturgia tradizionale latina.
Negli anni successivi sono tornate a tenersi a Montenero le processioni dei tradizionalisti, Forza Nuova non è più comparsa, quantomeno visibilmente, ma continuano a vedersi bandiere con i colori della Tradizione (rosso, bianco, nero), e continua ad essere presente Alleanza Cattolica con il proprio simbolo, un’aquila con al centro il Sacro Cuore Incrociato della Vandea.
Alleanza Cattolica è un’associazione che rappresenta da decenni un anello di congiunzione tra il tradizionalismo cattolico e l’estrema destra fascista, criticata per questo duramente in passato anche sulle pagine de La Civiltà Cattolica. Dal 2016 a capo di Alleanza Cattolica c’è Marco Invernizzi, che ha firmato articoli che guardano con interesse alla Lega Nord, oltre ad aver partecipato a convegni su temi riguardanti principalmente la “famiglia tradizionale” organizzati dalla Lega. Questo è evidentemente l’attuale orientamento dominante di Alleanza Cattolica dal momento che un dirigente nazionale dell’associazione, Giancarlo Cerrelli, noto per aver definito l’omosessualità una malattia da curare, è candidato a Crotone con la Lega per la Camera.
La stessa Associazione “Cristo Re” di Livorno non sembra occuparsi soltanto dello studio e dell’applicazione della liturgia tradizionale. Nel 2012 l’associazione infatti organizza all’Ardenza la presentazione di due libri tradizionalisti di Roberto Mattei della Fondazione Lepanto, introduce un noto esponente della destra locale, oggi nella Lega, mentre sono annunciati i saluti del Vescovo Giusti. Il 17 settembre 2014 esce sul quotidiano “Il Manifesto” un articolo sulla contestazione alla veglia omofoba organizzata dalla sigla Manif pour tous, movimento nato in Francia dove è vicino al Front National, a Livorno presso la Terrazza Mascagni. Nell’articolo viene dato anche spazio alle dichiarazioni di alcuni partecipanti alla manifestazione oscurantista in “difesa della famiglia tradizionale e della libertà d’opinione”, tra cui un “rappresentante dell’associazione Cristo Re” che “aderisce a Manif pour tous”.
Nel 2016 viene organizzato presso la Cappella di S. Giuseppe dell’Ospedale di Livorno un incontro dal titolo “Difendere la vita” in preparazione della manifestazione antiabortista Marcia per la vita. A promuovere l’evento che vede la partecipazione del Vescovo Giusti sono la cappellania dell’Ospedale di Livorno, la parrocchia della Madonna, l’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, l’Associazione Cristo Re e l’Unitalsi. La Cappella dell’Ospedale di Livorno che ospita tuttora le funzioni religiose curate dall’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, ha come cappellano maggiore don Placido Bevinetto, parroco della Chiesa della Madonna. Il signor Bevinetto è pure Cappellano Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta e assistente spirituale della sezione livornese dell’ordine, che tra i componenti del suo Corpo di Soccorso (CISOM) annovera anche personaggi come Paolo Pecoriello, noto provocatore fascista che fu membro dell’organizzazione terroristica Avanguardia Nazionale a cui è dedicato un paragrafo nel libro “La Strage di Stato”, la controinchiesta sulle bombe del 12 dicembre 1969.
Si può allora pensare che la Parrocchia della Madonna ospiterà Salvini solo perché, come affermato da Bevinetto su “Il Tirreno” di martedì 20 febbraio, le entrate dell’affitto sono importanti per la parrocchia stessa? Siamo sicuri che sia solo una questione di 350 euro?
Per togliere ogni dubbio si può aggiungere che proprio la Parrocchia della Madonna è dal 18 novembre 2017 stata concessa al Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio dal Vescovo di Livorno Simone Giusti. Proprio l’Ordine Costantiniano aveva organizzato a Livorno a settembre 2017 presso l’Hotel Rex una conferenza con il filosofo televisivo Diego Fusaro, che diffonde paccottiglia ideologica razzista e sovranista, invitato il 16 febbraio scorso proprio dalla Lega. Da notare che proprio a fine agosto 2017 il Vescovo di Livorno era stato nominato Priore della delegazione toscana dell’Ordine Costantiniano, il cui Gran Maestro è Charles Marie Bernarde Gennaro che nonostante i titoli nobiliari siano aboliti da un pezzo, si ostina a farsi chiamare Sua Altezza Reale il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro.
Certo in questo mondo dove si incrociano tradizionalisti, oscurantisti, fascisti, antiabortisti, ordini militari, omofobi, leghisti e monarchici la campagna di odio razzista di Salvini può trovare facile accoglienza. Sono questi relitti reazionari a volere la visita del provocatore Salvini a Livorno.
Laboratorio Antifascista Livornese